IL MONACO PAISIOS DEL MONTE ATHOS

 

Il Ghéron (anziano) Paìsios (Arsénios Eznepìdis), nasce a Fàrassa di Cappadocia nel luglio del 1924. Visita il Monte Athos per la prima volta nel 1950 e nel 1953 diviene novizio presso il Sacro Monastero di Esfigmenos (Athos). Nel 1956 passa al Monastero di Filothéou (Athos) e nel 1958 a quello di Stòmio di Kònitsa. Si trova per qualche anno nel monastero di Santa Caterina sul Sinai e dal 1965 fino alla data della sua morte (12/VII/1994) rimane sul Monte Athos. Gli ultimi anni della sua vita sono contraddistinti da eventi straordinari. Folle di pellegrini lo cercano per un aiuto e un consiglio. La sua morte è stata vissuta come un lutto per l’intera Grecia.

 

 

Dai detti del padre Paisios

Ha detto il Ghéron (anziano) a qualche giovane: «Non contare sulla tua conoscenza. Per poter accogliere dentro di te la conoscenza divina devi abrogare la conoscenza secondo il mondo. Diventa semplice come un bambino. Non vantarti della tua conoscenza. La conoscenza gonfia».

Ha detto il Ghéron: «Nei nostri tempi si cerca di diventare santi con poca fatica. Siamo lontani dalla tradizione. Non guardiamo ai primi dentro la pista, guardiamo agli ultimi».

Ha detto il Ghéron: «Quanto più ti sforzi [nell’ascesi], tanto più godi della grazia e dalla gioia».

Ha detto il Ghéron: «Dio potrebbe riempire il nostro cuore con tanta beatitudine e con tanto amore da farci perdere i sensi. Ma allora i monasteri verrebbero abbandonati e ci chiuderemmo nelle caverne. I laici trascurerebbero i loro affari e le loro famiglie. Per questo Dio, che è amore, non ci riempie con tanta beatitudine».

Ha detto il Ghéron: «Quando giudicate mettete sempre un punto interrogativo, perché in realtà non sapete cosa veramente succede».

Ha detto il Ghéron: «Lo sdegno ci vuole solo quando dobbiamo difendere la nostra fede, non noi stessi. Quando viene combattuta la nostra fede, allora dobbiamo indignarci. Se mi accusano, devo accettarlo, ma se accusano o lottano contro l’Ortodossia, allora devo indignarmi».

Ha detto il Ghéron: «La vita spirituale deve incominciare e partire dal cuore. Allora tutto va bene. Occorre che l’uomo capisca che ciò che ha vissuto finora era un nulla».

Ha detto il Ghéron: «Quando ospitiamo qualcuno ed è giorno di digiuno, bisogna essere attenti ai cibi. Se l’ospite vuole cibo condito, dobbiamo invitarlo a tornare il giorno dopo per offrirglielo. Dobbiamo essere attenti, noi cristiani, perché gli altri non bestemmino il nome di Dio».

Ha detto il Ghéron: «Non leggete i giornali e non guardate la TV. Spesso anche i giornali religiosi fanno male ai cristiani provocando rabbia contro altre persone e, in genere, causando confusione. Siate attenti a tutto! Leggete solo i libri dei Padri!».

Ha detto il Ghéron: «Alcune volte nella vita spirituale bisogna sforzarci. A volte soffriamo di inappetenza spirituale. Allora occorre sforzarci, magiare un boccone e così l’appetito verrà. Lo stesso facciamo con la nostra mano che ha preso una storta. Se l’accarezziamo solo non guarirà mai. Ci vuole un movimento repentino, affinché la mano possa ritornare alla sua posizione giusta. Non dobbiamo assomigliare alla tartaruga che è partita per il matrimonio ed è arrivata per il battesimo».

Ha detto il Ghéron: «Quando siamo liberi dall’angoscia, allora ogni tipo di uomo si riposa accanto a noi».

Ha detto il Ghéron: «Quando la discussione è spirituale non mi stanca. Il problema comincia quando si fanno tante domande senza senso. Se gli uomini che le fanno fossero illetterati, allora si giustificherebbero. Si tratta però di scienziati che mi chiedono, ad esempio, qual’è il rapporto tra lo spazio ultraterreno e la coscienza dell’uomo. Tira tu le conclusioni! A questi uomini di solito dico: “Ho il caffè pronto e due scatole di aspirine. Sedetevi all’ombra e a poco a poco risolveremo il problema”. In questi casi occorre sia il caffè che le aspirine... Al contrario, una volta sono rimasto sveglio per tre notti di seguito: eppure non mi sono stancato. Ma quando capita qualche discussione con uomini di cultura solo esteriore, senza profondità e interessi spirituali, allora essi mi provocano il mal di testa con le loro domande. Questo è ciò che mi stanca».

 

Pubblicato originariamente in: http://digilander.libero.it/ortodossia/paisios.htm

 

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