PASSIONE DEI SANTI MARTIRI

FRUTTUOSO, VESCOVO, AUGURIO ED EULOGIO, DIACONI

 

CHE SOFFRIRONO LA PASSIONE A TARRAGONA

IL XII GIORNO PRIMA DELLE CALENDE DI FEBBRAIO

SOTTO GLI IMPERATORI VALERIANO E GALLIENO

 

 

 

I santi Fruttuoso, Augurio ed Eulogio,

abbazia di San Fruttuoso di Capodimonte (Camogli)

 

 

 

1. Durante il consolato di Emiliano e Basso, il XVII prima delle calende di febbraio[1], giorno di domenica, furono arrestati Fruttuoso, vescovo, Augurio ed Eulogio, diaconi. Essendosi ritirato Fruttoso nella sua stanza, entrarono in casa gli ufficiali del pretorio, i beneficiari Aurelio, Festucio, Elio, Pollenzio, Donato e Massimo. Egli ne sentì i passi, si alzò immediatamente e si rivolse a loro, sebbene calzasse solamente dei sandali.

I soldati gli dissero: “Vieni, che il governatore ti convoca con i tuoi diaconi”.

Fruttuoso gli rispose: “Andiamo, permettetemi però che mi metta le scarpe”.

I soldati gli risposero: “Mettitele, come desideri”.

Arrivati al luogo, li imprigionarono subito. Fruttuoso, però, sicuro e gioioso a causa della corona del Signore che gli era stata destinata, pregava incessantemente. I fratelli non lo abbandonavano, procurandogli gli alimenti e lo supplicavano che li tenesse nei suoi pensieri.

 

2. Il giorno seguente battezzò in prigione il nostro fratello Rogaziano. E trascorsero in carcere sei giorni prima che comparissero a dichiarare il giorno XII dopo le kalendae di febbraio, nella feria sesta[2].

Il governatore Emiliano disse: “Fai passare Fruttuoso, fai passare Augurio, fai passare Eulogio”.

Risposero d’ufficio: “Eccoli qui!”.

Il governatore Emiliano parlò a Fruttuoso: “Sai già che cosa hanno comandato gli imperatori?”.

Fruttuoso rispose: “Ignoro cos’abbiano domandato, io sono cristiano!”.

Il governatore Emiliano disse: “Hanno comandato di adorare gli dei”.

Fruttuoso affermò: “Io adoro l’unico Dio, creatore del cielo, della terra e del mare, e di tutte le cose che esistono”.

Emiliano insistette: “Non sai dunque che esistono gli dei?”.

Fruttuoso disse: “Lo ignoro”.

Emiliano lo avvertì: “Lo saprai certamente tra poco”.

Fruttuoso si rivolse al Signore e cominciò a pregare in silenzio.

Il governatore Emiliano esclamò: “Questi sì sono ascoltati, questi sì che sono da lui temuti, questi sì che sono adorati, invece di dar culto agli dei ed adorare le statue degli imperatori!”. Il governatore Emiliano si diresse ad Augurio: “Non far caso alle parole di Fruttuoso”.

Augurio disse: “Io adoro il Dio onnipotente”.

Il governatore parlò ad Eulogio: “Forse che tu adori Fruttuoso?”.

Eulogio distinse: “No, io non adoro Fruttuoso, ma adoro lo stesso che adora Fruttuoso!”.

Il governatore Emiliano si diresse a Fruttuoso: “Sei vescovo, tu?”.

Fruttuoso disse: “Lo sono!”.

Sentenziò Emiliano: “Lo fosti!”.

Ed ordinò di bruciarli vivi.

 

3. E mentre Fruttuoso e i suoi diaconi erano condotti verso l’anfiteatro, il popolo cominciò a piangere il vescovo Fruttuoso, a causa del grande amore che aveva per lui, e questo non solo i fratelli, ma anche gli stessi pagani. Fruttuoso divenne così quell’immagine di vescovo descritta dallo Spirito Santo per bocca del beato apostolo Paolo, calice d’elezione, dottore delle nazioni[3]. Questo faceva sì che persino i soldati, coscienti dell’immensa gloria che avrebbe acquistato, se ne rallegrassero piuttosto che rattristarsi. E siccome qualcuno tra i fratelli gli propose di prendere una pozione preparata, replicò loro: “Ancora non è giunta l’ora” – disse – “di rompere la celebrazione del digiuno”[4].

Tutto ciò succedeva tra le dieci e le undici del mattino. E siccome il mercoledì prima, nonostante la prigionia aveva compiuto quella solennità, anche adesso, fermo e contento, si rallegrava perché avrebbe terminato lassù, nel paradiso che Dio ha preparato per coloro che lo amano[5], con i martiri ed i profeti, la stazione iniziata quaggiù il venerdì. Arrivati già all’anfiteatro, gli si avvicinò, diligente, il suo lettore Augustale che, in pianto, lo pregava che gli lasciasse togliere le scarpe. E quel martire beato, sicuro ed esultante per la certezza della promessa del Signore, gli rispose in questo modo: “Lascia, figliolo, mi scalzo io stesso”.

Una volta scalzo, gli si avvicinò un soldato nostro fratello, chiamato Felice, e gli strinse la mano destra supplicandolo che lo avesse presente nel suo pensiero. A voce alta, affinché sentissero tutti i presenti gli rispose: “Devo tenere presente nel mio pensiero la Chiesa cattolica, dall’oriente all’occidente”.

 

4. Stando dritto alla porta dell’anfiteatro, già sul punto di accedere alla corona incorruttibile più che al supplizio, in presenza dei soldati beneficiari d’ufficio nominati prima, e in modo tale che essi e i nostri fratelli lo potessero sentire, Fruttuoso, ispirato dallo Spirito Santo che parlava attraverso la sua bocca, disse: “Mai più vi mancherà un pastore né vi deluderà la promessa del Signore, né ora né in avvenire. Ciò che adesso vedete, non è che una semplice debolezza passeggera”.

Avendo consolato lui stesso i fratelli, entrarono degni nella Salvezza, addirittura felici nel martirio, nel frutto promesso nelle sante Scritture. Divennero simili ad Anania, Azaria e Misaele[6], dato che anche in loro risplendette la Trinità divina quando, ritti nel mezzo del fuoco terreno, il Padre si faceva loro presente, il Figlio li confortava e lo Spirito Santo li avvolgeva con le sue fiamme. Consumate dal fuoco le corde con cui erano legate le mani, Fruttuoso, abituato alla lode divina, esultante, ginocchio a terra, sicuro della resurrezione, pregava Dio con lo stesso gesto glorioso del Signore crocifisso.

 

5. In seguito non mancarono le abituali e meravigliose manifestazioni del Signore: si aprì il cielo e Babilone e Migdonio, fratelli nostri a servizio del governatore Emiliano, mostrarono a sua figlia, loro signora terrena, come Fruttuoso e i suoi diaconi, incoronati, si alzavano verso il cielo, mentre i pali dove erano stati legati restavano ancora lì piantati. Ma Emiliano, invitato a partecipare alla visione non fu degno di contemplarli mentre i servi gli dicevano: “Vieni e guarda come coloro che oggi hai condannato sono restituiti al cielo e alla loro speranza”.

 

6. I fratelli, confusi senza il pastore, si sentivano angosciati non tanto perché piangessero Fruttuoso, ma perché piuttosto lo trovavano a mancare. Tutti però, coscienti della sua fede e del suo combattimento, calata la notte si affrettarono a scendere nell’anfiteatro portando con sé del vino per spegnere i corpi ancora fumiganti. Dopo di ciò, ognuno cercava di raccogliere la maggiore quantità di ceneri lì accumulate. Ed anche allora non mancarono di farsi presenti le meraviglie del Signore e Salvatore nostro al fine di confermare nella fede i credenti e dare un esempio ai più deboli. Tutto ciò che, per la misericordia di Dio, il magistero di Fruttuoso aveva insegnato in vita come una promessa del nostro Signore e Salvatore, era necessario che Fruttuoso lo ratificasse adesso nella sua recente passione e per la fede nella resurrezione della carne. Così, dunque, dopo il suo sacrificio, apparve ai fratelli e li esortò che restituissero quanto prima tutto ciò che per amore avevano sottratto dalle ceneri[7].

 

7. Fruttuoso e i suoi diaconi apparvero ad Emiliano, che li aveva condannati, rivestiti della tunica della promessa, ammonendolo e ricordandogli che a nulla gli era servito spogliare del corpo e seppellire per sempre coloro che adesso avrebbe dovuto riconoscere definitivamente trionfanti.

O martiri beati, provati al crogiuolo come l’oro prezioso[8], protetti con la corazza della fede e l’elmo della salvezza, cinti con il diadema e la corona incorruttibile, che avete schiacciato la testa del maligno[9]! O martiri beati, che meritate un posto glorioso nel cielo alla destra di Cristo, per la gloria di Dio, Padre onnipotente, di Gesù Cristo, suo Figlio e dello Spirito Santo! Amen.

 

 

 

 

Abbazia di san Fruttuoso di Capodimonte

 

 

 

 

Immagini da: wikipedia

[1] 16 gennaio.

[2] 21 gennaio, di venerdì. Ancora oggi la memoria dei tre martiri è celebrata da tutti i cristiani in questo giorno.

[3] I Timoteo 3, 2-7; Tito 1, 7-9.

[4] Si tratta del digiuno del Venerdì, in preparazione all’eucaristia domenicale.

[5] I Corinzi 2, 9.

[6] Daniele 3, 24-50.

[7] Alcuni secoli dopo, a causa delle persecuzioni e delle innumerevoli profanazioni da parte dei musulmani in terra di Spagna, le ceneri dei tre santi furono portate in Liguria presso l’abbazia di san Fruttuoso di Capodimonte (oggi comune di Camogli), dove sono ancora custodite.

[8] Sapienza di Salomone 3, 6.

[9] I Tessalonicesi 5, 8; Efesini 6, 13ss.

 

 

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