E COSÌ SI COSTRUISCE IL CORPO DI CRISTO

 

Archim. Justin Popovic

 

 

 

                                                                  …E così si costruisce il Corpo di Cristo, fino a quando tutti   assieme arriveremo all’unità nella fede e nella conoscenza del Figlio di Dio, finché tutti diventeremo uomini perfetti nella misura dell’età che realizza la pienezza di Cristo (Efesini 4, 13)

 

 

 

            Qual è il fine dell’edificazione del corpo di Cristo e della nostra crescita spirituale in esso? Che tutti raggiungiamo: 1. “L’unità nella fede e nella conoscenza del Figlio di Dio”; 2. “la perfezione”; 3. “nella misura dell’età che realizza la pienezza di Cristo”.

 

         1. All’unità nella fede e nella conoscenza di Cristo si giunge solo uniti “a tutti i Santi”[1], solo con la vita cattolica (sobornyj) “con tutti i Santi”, sotto la guida suprema dei Santi Apostoli, Profeti, Evangelisti, Pastori e Dottori[2]. Questi sono guidati dal Santo Spirito a cominciare dalla Pentecoste via via nel corso di tutti i secoli sino al giudizio universale. E il Santo Spirito è “quel solo Spirito” nel Corpo della Chiesa[3], in cui consiste e da cui deriva anche “l’unità nella fede e nella conoscenza del Figlio di Dio”, il Signore Gesù Cristo. Tutta la verità della fede in Cristo e della conoscenza di Cristo si trova nello Spirito di Verità, il quale ci introduce in tutta questa verità, una ed unica[4]. Egli unisce il nostro senso di Cristo con il cuore cattolico (sobornyj) della Chiesa e la nostra consapevolezza di Cristo con la consapevolezza cattolica (sobornyj) della Chiesa. Il Corpo della Chiesa è uno ed ha “un cuore” ed “un’anima”[5]. Noi entriamo in questo cuore che è uno – il cuore cattolico (sobornyj) della Chiesa, in quest’anima che è una – l’anima cattolica (sobornyj) della Chiesa – e con essi ci uniamo per opera della grazia del Santo Spirito, umiliando la nostra mente di fronte a quella cattolica (sobornyj) della Chiesa, il nostro spirito di fronte al Santo Spirito. E così raggiungiamo in noi il senso e la consapevolezza imperitura che abbiamo una sola fede nel Signore Gesù Cristo con tutti i santi apostoli, profeti e giusti. In tal modo abbiamo la stessa fede e la stessa conoscenza del Signore.

         La fede nel Signore Gesù Cristo e la sua conoscenza rappresentano un’unità sostanziale e indistruttibile. Questi due elementi costituiscono un’unità nella Chiesa. E come tali esse sono date dal Santo Spirito in cambio dell’umiltà delle nostre opere ed in primo luogo per l’umiltà della mente. “L’unità nella fede” consiste nel non differire riguardo ai dogmi, mentre “l’unità nella conoscenza del Figlio di Dio” significa non differire nel concetto che si ha di Lui. “L’unità nella fede” si riferisce a quando tutti avremo una stessa fede, cioè quando tutti intenderemo nello stesso modo questo vincolo. E fino allora dovremo affaticarci, se abbiamo ottenuto il dono di edificare (oikodomein) gli altri… L’unità nella fede vuol dire che tutti abbiamo una sola fede, non differendo nei dogmi e non dissentendo tra noi nella vita. Vera è l’unità nella fede e nella conoscenza del Figlio di Dio quando professiamo i dogmi nell’Ortodossia e viviamo nell’amore. Infatti Cristo è Amore.

 

         2. Giungere ad essere, “uomini perfetti”. Ma che significa essere “uomo perfetto” e chi lo è? Finché il Dio-Uomo Gesù Cristo non si manifestò sulla terra, l’umanità non sapeva né che cosa fosse un uomo perfetto, né chi lo fosse. La mente umana non era in condizione di ricostruirne l’immagine né come concetto, né come ideale e meno ancora come realtà. Così si spiegano le molte incertezze riguardo all’uomo ideale anche nei più antichi pensatori, come, ad esempio, Platone, Socrate, Confucio, Laotse ed altri, indagatori dell’uomo ideale e perfetto, precedenti al Cristianesimo, al di fuori del Cristianesimo e non cristiani. Solo dopo la venuta del Dio-Uomo tra gli uomini, questi compresero che cosa fosse l’uomo perfetto e chi lo fosse, poiché lo avevano visto nella realtà tra loro. Nella mente dell’uomo non c’è alcun dubbio: Gesù Cristo è l’uomo perfetto. Per quanto concerne la verità, essa è tutta in Lui, al punto che al di fuori di Lui non c’è verità, poiché egli è la Verità. Per quel che concerne la giustizia, essa pure è tutta in Lui, tanto che al di fuori di Lui non c’è giustizia, poiché egli è la Giustizia. E tutto ciò che c’è di meglio, di più elevato, di più divino e di più perfetto, tutto è realizzato in Lui. Non c’è alcun bene, che l’uomo desideri e che non si trovi in Lui. Egli è completamente senza peccato e dotato di tutte le perfezioni. Quindi è l’uomo perfetto, l’uomo ideale. Se così non è, mostrateci un altro che approssimativamente gli assomigli. Sono certo che non lo potrete indicare, poiché una simile figura non esiste nella storia del genere umano.

         Sorge il problema: come si può diventare uomo perfetto? Ma l’unicità di Colui che è l’unico consiste proprio nel fatto che egli ha dato la possibilità agli uomini non solo di venire a contatto con l’uomo perfetto, ma anche di essere partecipi del suo corpo, “della carne sua e delle sue ossa”[6]. In qual modo? Solo assieme a “tutti i  Santi”, per mezzo dell’ascesi evangelica, attraverso la vita cattolica (sobornyj) e santa della Chiesa. Infatti quest’ultima non è altro che “l’uomo perfetto” nel suo viaggio e nel corso dei secoli verso la definitiva realizzazione del piano divino sul mondo. Così anche all’essere più piccolo, disprezzato e misero tra noi è data la possibilità che assieme a “tutti i Santi” con l’aiuto delle virtù evangeliche diventi un “uomo perfetto”. Nella lettera di San Paolo si legge: “finché tutti diventeremo uomini perfetti”. Ciò significa che questa grazia non si concede a colui che si isola superbamente, ma a chi è umilmente partecipe della cattolicità (sobornost’) della Chiesa; si dà alla comunità “con tutti i Santi”. Vivendo “con tutti i Santi” nel corpo divino-umano dell’“uomo perfetto” Gesù Cristo, ogni cristiano, nella misura della sua ascesi, raggiunge questa perfezione, diventa un uomo perfetto. Così nella Chiesa diventa accessibile e realizzabile per ognuno quel fine e quell’ideale divino: “Siate perfetti come lo è il Padre vostro celeste”[7]. L’Apostolo mette in particolare risalto che lo scopo della Chiesa consiste nel rendere ogni uomo perfetto in Cristo Gesù[8]. Il Dio-Uomo per l’infinito amore per gli uomini ha trasformato se stesso, “uomo perfetto”, nella Chiesa, per trasformare tutti coloro che ne diventano membri in uomini perfetti. Uno solo è il fine di tutta l’economia della salvezza: “che si diventi uomini perfetti di Dio, pronti ad ogni opera buona”[9].

 

         3. Che significa raggiungere “la misura dell’età che realizza la pienezza di Cristo”? che cosa costituisce la misura, la pienezza di Cristo? La perfezione divina. Infatti “in Lui vive corporalmente tutta la pienezza di Dio”[10], vive nei limiti di un corpo umano. In tal modo il Salvatore dimostra che il corpo umano è capace di ricevere in sé la pienezza della Divinità e che questo è il fine della vita umana. Perciò raggiungere “la misura dell’età che realizza la pienezza di Cristo” significa: crescere e penetrare in tutta la sua perfezione, unirsi spiritualmente ad essa per mezzo della grazia, vivere in essa. Oppure: vivere Cristo, nella pienezza che è in Lui, come la propria vita, come la propria anima, come il massimo dei valori, come la propria eternità, come il proprio fine assoluto. Viverlo come l’unico vero Dio e come l’unico vero Uomo; come Dio perfetto e come Uomo perfetto, in cui tutto ciò che è umano giunge alla sua perfezione. Viverlo come la Verità perfetta e divina e come la perfetta Sapienza divina, come la perfetta vita divina, la Vita eterna. In una parola: viverlo come Dio-Uomo, come la sintesi di tutti i mondi creati da Dio.

         Com’è possibile ciò? È possibile solo nell’unità  “con tutti i Santi”. Giacché è detto: “finché tutti diventeremo perfetti nella misura dell’età che realizza la pienezza di Cristo”, non solo io, non solo tu, non solo noi, ma tutti, a condizione di essere guidati dagli Apostoli e dai Profeti, dagli Evangelisti, dai Pastori e dai Dottori. Solo i Santi conoscono la via, dispongono di tutti i mezzi divini e li danno a quanti ardono dal desiderio di crescere “nella misura dell’età che realizza la pienezza di Cristo”. E la misura dell’età e la pienezza di Cristo che cosa sono se non il suo Corpo divino-umano la Chiesa? Infatti la Chiesa è la “pienezza di Cristo, la pienezza di Colui che tutto riempie in tutto[11]. Essere membro della Chiesa significa essere sempre “con tutti i Santi” e, per mezzo loro, con il Signore Gesù Cristo. E con Lui tu sei infinito, completamente santo, eterno, tutto amore, verità, giustizia, preghiera. Tutto ciò che è tuo ha un solo cuore, una sola anima “con tutti i Santi”: la mente ti è cattolica (sobornyj), lo sono la tua anima, il tuo cuore, la verità, la vita. Tutto è cattolico (sobornyj) per opera del Santo Spirito e tu lo sei completamente. Non appartieni a te stesso, sei tutto in tutti e tutti sono in te. Nulla è tuo, poiché in realtà è tuo grazie a tutti i Santi. E tu stesso non appartieni a te, ma a Cristo e, solo attraverso di Lui sei tuo, oppure sei tuo “con tutti i Santi”. Questi con gioia indicibile ti fanno appartenere a Cristo e ti riempiono della “pienezza di Cristo”, dal quale, per opera del quale e nel quale è tutto[12]. E così per mezzo della Chiesa e solo nella Chiesa gli uomini raggiungono il fine assoluto, il senso e la sintesi della vita umana in tutti i mondi.

         Divenendo perfetti nella misura dell’età che realizza la pienezza di Cristo gli uomini poco a poco escono dall’infanzia e dalla fragilità spirituale, si rafforzano e diventano maturi nell’anima, nella mente e nel cuore. Vivendo per Cristo, l’uomo cresce in Cristo, nella Verità di Cristo, diventa parente con essa, la quale diventa l’eterna Verità e della sua mente e del suo cuore e della sua anima. Di un uomo siffatto con sicurezza si può dire: egli conosce la Verità, poiché possiede la Verità. Essa gli serve come infallibile e divino criterio per distinguere la verità dalla menzogna, il bene dal male nel mondo umano. Perciò nessuna scienza umana lo può entusiasmare o fuorviare, in quanto subito sente a quale spirito sia informata qualsiasi scienza umana che gli si offre. Giacché egli conosce l’uomo, sa ciò che è nell’uomo, sa quale scienza umana, quest’ultimo possa creare ed offrire. Ogni scienza umana, che non conduce alla verità divina, non è forse fondata sulla menzogna? Quale scienza umana spiega il vero senso della vita ed il mistero della morte? Nessuna! Quindi è menzogna ed inganno ciò che ne parlano e ciò che presentano come soluzione del problema della vita e della morte. Così pure non c’è scienza umana che ci spieghi il mistero del mondo e dell’uomo, il mistero dell’anima e della coscienza, il mistero del bene e del male, il mistero di Dio e del demonio. E siccome non ce li spiegano, forse che non c’ingannano con i loro miseri e lucenti lustrini e non ci fuorviano nei labirinti di inutili riflessioni e di sottigliezze che uccidono? Nella realtà umana solo il Cristo ha risolto tutti i più importanti problemi del mondo e della vita, dalla cui soluzione dipende il destino della vita umana in tutti i mondi. Chi possiede il Cristo ha tutto ciò che è necessario all’essere umano non solo in questa vita temporale, ma anche nella vita eterna. Nessun vento di nessuna scienza umana può far vacillare l’uomo di Cristo ed ancor meno entusiasmarlo e trascinarlo con sé. Senza la fede in Cristo, senza essersi rafforzati nella verità di Cristo, in verità l’uomo, ogni uomo, è una canna che ogni vento delle false scienze umane scuote e trascina via.

         Perciò “non lasciatevi ingannare da dottrine diverse e strane, poiché è bene che il nostro cuore sia fortificato dalla grazia di Dio”[13]. Più spesso senza volerlo che volendolo gli uomini ingannano e si ingannano con le loro varie scienze. Ed ingannano se stessi con il peccato, che per effetto dell’abitudine è diventato in loro una potenza che pensa ed a tal punto ha assunto la natura umana, che gli uomini non si rendono conto come esso li guidi nelle loro riflessioni e nelle loro scienze, ed attraverso il peccato subentra il suo inventore e la logica fondamentale del peccato, il demonio. Questi, infatti, molto abilmente e sottilmente contrabbanda le sue menzogne per mezzo delle scienze umane, le quali allontanano gli uomini dall’unico vero Dio. E quel che più conta, egli per mezzo della logica del peccato introduce nelle scienze umane tutta la sua malvagità e scandalizza e lusinga gli uomini, i quali, ingannando ciecamente se stessi, rinunziano a Dio o più non lo vogliono, o non lo vedono o si chiudono a Lui. Il peccato è in primo luogo una forza mentale, intellettuale, razionale, come un fluido sottilissimo versato sulla coscienza e consapevolezza dell’uomo, sulla mente e sull’anima. Esso opera attraverso la consapevolezza e la coscienza come una loro energia integrale, per cui gli uomini considerano tutti gli scandali e gli inganni della loro coscienza e consapevolezza come qualcosa di assolutamente proprio, umano, e non si rendono conto, lusingati come sono ed in preda alla pazzia, di essere in preda alla malvagità del demonio, alla malvagità assoluta, per mezzo della quale egli getta la mente umana, la coscienza e la consapevolezza nella morte, nelle tenebre, da cui non possono vedere Dio e ciò che è divino. Perciò spesso si staccano da Lui, lo coprono di bestemmie e lo respingono. Dai frutti di queste dottrine è evidente che si debba concludere che si tratta in verità di “dottrine diaboliche”[14].

         Di questo fluido intellettuale, frutto dell’assoluta malvagità del demonio, sono permeati, si voglia o non si voglia, anche tutte le filosofie “secondo l’uomo” o “secondo l’esposizione umana”[15], per cui non conoscono la verità divina sull’uomo e sul mondo, sul bene e sul male, su Dio ed il diavolo, ma si narcotizzano con sottili menzogne demoniache, mentre nella filosofia “secondo il Cristo”, il Dio-Uomo, c’è tutta la verità di tutti i mondi senza alcuna omissione[16]. Le filosofie “secondo l’uomo” – “con belle parole con discorsi affascinanti ingannano il cuore delle persone semplici”[17]. Non c’è dubbio, tutte le filosofie terrene si possono in sostanza dividere in due gruppi: le filosofie secondo l’uomo e quelle secondo il Dio-Uomo. Nelle prime il criterio gnoseologico fondamentale è il demonio; nel secondo gruppo il Dio-Uomo Gesù Cristo. Nella filosofia secondo il Cristo vive tutta la Verità, l’eterna Verità divina, poiché in Cristo è presente in questo mondo “tutta la pienezza divina incarnata” ed attraverso questa pienezza è presente anche l’eterna verità, presente in modo corporeo nel Dio-Uomo Gesù Cristo, il quale è nello stesso tempo perfetto Dio e perfetto uomo, sotto ogni aspetto Dio reale ed uomo reale. Nelle filosofie secondo l’uomo vive, direttamente o indirettamente, la menzogna che deriva completamente dal padre della menzogna, il demonio, e sempre a lui conduce. Perciò è necessario stare in guardia giorno e notte dal più alto osservatorio della nostra natura umana, dalla consapevolezza, affinché questa menzogna non penetri in te, in me e abbatta noi, il nostro pensiero, la nostra mente nel regno della menzogna, nell’inferno. Perciò nell’Evangelo del Dio-Uomo si legge il comandamento: “Siate perfetti nel modo di ragionare”[18]. E lo sarete se “diventerete perfetti nella misura dell’età che realizza la pienezza di Cristo”. Infatti allora la nostra mente si unirà per opera della grazia e della santità a quella di Cristo, alla mente cattolica (sobornyj), santa e divino-umana della Chiesa e voi potrete dichiarare con l’Apostolo: “Ora noi abbiamo la mente di Cristo”[19]. Allora nessun vento della scienza umana, con l’inganno umano e con la malvagità assoluta del demonio ci potrà scuotere, ma con tutto il nostro essere rimarremo nella “verità eterna”, che è il Signore Gesù Cristo, Dio e Uomo[20].

 

 

tratto da “Taumacenje poslanice Efescima svetog Apostola Pavla”, Beograd 1983, 82-87; trad. A. S.

 


 

[1] Efesini 4, 12.

[2] Efesini 4, 11.

[3] Cfr. Efesini 4, 4.

[4] Cfr. Giovanni 16, 13; 15, 26; 14, 26.

[5] Atti 4, 32.

[6] Efesini 5, 30.

[7] Matteo 5, 48.

[8] Colossesi 2, 28.

[9] 1 Timoteo 3, 17.

[10] Colossesi 2, 9.

[11] Efesini 1, 26.

[12] Cfr. Colossesi 1, 16-17.

[13] Ebrei 13, 9.

[14] 1 Timoteo 4, 1.

[15] Cfr. Colossesi 2, 8.

[16] Colossesi 2, 9.

[17] Romani 16, 18.

[18] 1 Corinzi 14, 20.

[19] 1 Corinzi 2, 16.

[20] Giovanni 16, 6; 8, 32.36; 1, 17.

 

 

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