IL MISTERO DELLA CROCE

 

Arch. Justin Popovic

 

 

 

            San Giovanni Crisostomo così  annuncia la Buona Notizia: “Se qualcuno mi chiede che cosa di straordinario abbia fatto Cristo, lascerò da parte il cielo, la terra, il mare, la resurrezione di molti morti e gli altri miracoli da lui compiuti, ed indicherò soltanto la Croce, che è più gloriosa di tutto il resto”[1]. E san Giovanni Damasceno, completando, per così dire, questa buona novella, afferma: “Ogni opera e miracolo di Cristo sono grandissimi, ma la sua Croce è la più meravigliosa di tutti”[2]. Il Nuovo Testamento è contenuto tutto nel sacro ed indicibile mistero della Croce di Cristo. Tutte le verità in esso contenute e tutti i tesori neotestamentari hanno le loro radici nel mistero della Croce del Dio-Uomo e da essa attingono la loro forza salvifica ed apportatrice di vita, ma anche il loro divino carattere misterioso. Un fatto è evidente: l’energia salvatrice della Croce di Cristo si offre all’uomo in tutti i suoi abissi, nelle sue passioni e vizi, nei peccati e nelle debolezze, lo comprende tutto, lo salva, lo redime, lo purifica, lo santifica, lo rende Dio-Uomo, lo trasforma in Cristo.

         Con la sua mente purificata da Dio, da Dio santificata ed illuminata, immerso nelle abissali profondità dell’opera divino-umana della salvezza del mondo, san Basilio il Grande annuncia: “Con la Croce è compiuta l’economia della salvezza da parte di Cristo”[3]. E san Gregorio Palamàs, nella sua saggezza cristiana, unendo in una sola complessiva buona novella tutti gli annunci apostolici e patristici, dichiara: “Nella Croce del Signore è presente tutta l’economia della salvezza, compiuta durante tutto il periodo della permanenza del Signore sulla terra e tutto il mistero di questa economia è contenuta in essa”[4]. Da ciò deriva anche l’annuncio dei santi Padri: la Croce è il fondamento della Chiesa, la fortezza dell’universo. La Croce è la forza dei deboli, il medico dei malati. La Croce è la purificazione degli appestati, la guarigione dei paralizzati. La Croce è il pane degli affamati, la fonte per gli assetati[5]. Il saggio filosofo del Santo Spirito, san Giovanni Damasceno, apporta la buona notizia: “La Croce di Cristo ci riveste della divina ipostatica sapienza e potenza”[6]. E l’insuperabile evangelista Crisostomo annuncia: “Che cosa ha fatto la Croce? Essa ci ha insegnato l’immortalità dell’anima, la resurrezione dei corpi, il disprezzo dei beni terreni, il desiderio alla felicità futura. Essa ha reso gli uomini angeli; per mezzo suo tutti e dappertutto sono divenuti filosofi ed adatti ad ogni virtù”[7]. La Croce ha fondato la Chiesa; essa è il fondamento delle virtù, essa ci ha aperto il cielo[8]. Poiché il Salvatore ha concentrato tutta la sua potenza salvatrice ed apportatrice di vita nella Croce ed ha impresso in essa tutta la sua personalità, la Croce è divenuta segno del Figlio dell’Uomo[9], suo segno sulla terra e nel Cielo, per mezzo del quale lo riconoscono e lo distinguono tutti gli esseri terrestri e celesti. Poiché il Signore Gesù, con tutta la sua infinita potenza divina ed i suoi misteri, è tutto nella sua Croce, questa è divenuta la vincitrice assoluta in tutti i mondi, la salvatrice vittoriosa da tutti i peccati, dalla morte e da tutti i demoni. Nella Croce c’è l’indicibile economia della salvezza, per cui il suo mistero è impenetrabile[10]. A causa dell’impenetrabile, ma anche salvifico mistero, tutti gli Uffici della Settimana Santa, e particolarmente quelli del Giovedì e del Venerdì, sono pieni di stupore impregnato di preghiera e di commovente gratitudine per il Dio-Uomo crocefisso, il Salvatore. E lo stupore e la gratitudine si trasformano in entusiasmo che completa ogni preghiera con il lamentoso: “Irraggiungibile Signore!”. Sì, in verità è incomprensibile per la mente, incomprensibile che il Dio-Uomo con la sofferenza e con la Croce salvi il mondo, calpesti con la morte il peccato, la morte e il demonio. Sì, è incomprensibile ed inconcepibile, ma vero e reale: è vero della verità più convincente e reale, di una realtà inamovibile, poiché la realtà divino-umana e l’autenticità è infinitamente più ampia della mente e della logica umana. Nel centro c’è l’incommensurabile mistero della salvezza del genere umano per opera della Divinità tre volte santa. La Croce è parte componente di questo santissimo mistero della salvezza. Essa ha le sue radici nel Dio dai tre soli, si offre per mezzo del Logos incarnato e si ramifica nell’uomo, nella creazione ed in tutti gli esseri. Tutto questo affonda nel dolce mistero della personalità divino-umana.

         Tutta la potenza divina ed umana della Croce, tutta la forza salvatrice della Croce, tutta la sua assoluta necessità, la sua taumaturgia e tutta la vittoria della Croce sono descritte con ispirazione apostolica e con la saggezza dei santi Padri nella teologia della preghiera della Chiesa. Di ciò convince anche uno sguardo superficiale su questo immenso tesoro della sapienza della Chiesa, il paradiso dell’immortale profumo della divino-umanità. Con la sua gloriosa Croce il Signore ha svergognato il demonio e con la sua resurrezione ha spuntato il pungiglione del peccato e ci ha salvato dalla morte[11]. Il Salvatore con la Croce ha fatto prigioniero l’Ade, ha distrutto la morte, ha illuminato il mondo[12]. Gesù risorse dalla morte, come aveva annunziato, e ci ha concesso la vita eterna ed una grande misericordia[13]. Il Signore con la sua Croce ha aperto il Cielo al buon ladrone[14]. Con la Croce fu annientato l’errore degli idolatri e ridotto in briciole la potenza del demonio[15]. Il Golgota divenne il Paradiso nel momento in cui il legno della Croce vi fu confitto e subito generò l’uva della vita, il Salvatore Gesù[16]. Celebriamo spontaneamente con canti il Salvatore crocefisso e nostro liberatore, poiché inchiodò sulla Croce i nostri peccati liberando dall’errore il genere umano[17]. Sopportando di propria volontà la crocifissione, Salvatore, hai liberato gli uomini dalla mortalità e ci hai illuminato con la potenza della Croce, donandoci la vita[18]. Generando la vita ed il vincitore della morte, Purissima, tu hai fermato l’assalto della morte: pregalo che uccida i nostri peccati e salvi le nostre anime[19].

         Noi preghiamo il Signore Crocefisso: La tua Croce, o Cristo, sebbene come realtà materiale sia visibile, è tuttavia rivestita di una potenza divina: pur manifestandosi al mondo come una realtà materiale, essa spiritualmente realizza in modo miracoloso la nostra salvezza. Chinandoci ad essa, noi ti glorifichiamo, Salvatore[20]. Sei salito sulla Croce ed è precipitato il demonio; anche noi, che eravamo caduti, ci siamo sollevati e siamo divenuti abitatori del Cielo, o Cristo, glorificando la potenza del tuo Regno[21]. Con la potenza della tua Croce, o Cristo, conferma la mia mente, perché possa cantare e glorificare la tua crocifissione[22]. Signore, la tua Croce è la vita e la resurrezione dei tuoi uomini; ponendo la fiducia su essa, celebriamo con canti te risorto Dio nostro: abbi pietà di noi[23]. La tua Croce, Signore, ha aperto il cielo al genere umano e, liberi dalla mortalità, ti celebriamo con canti: Dio nostro crocifisso con il corpo, abbi pietà di noi[24]. Difesi dalla Croce ci opponiamo al diavolo, non temendo i suoi inganni ed i suoi latrati[25]. Con la sua Croce il Signore ha distrutto la morte ed ha aperto il cielo al buon ladrone[26]. Discendendo con la Croce nell’Ade, il Signore mi ha resuscitato[27]. Resi coraggiosi dalla Croce del Salvatore e dalla sua resurrezione, con audacia preghiamo: Signore, ci hai dato un’arma contro il diavolo, la Croce; infatti il diavolo trema e freme non avendo la forza di guardare alla sua potenza; la Croce solleva i morti e disarma la morte. Perciò ci inchiniamo alla tua sepoltura e alla tua resurrezione[28]. Signore, sei risorto ed hai concesso l’immortalità alle nostre anime[29]. Hai sofferto sulla croce, tu che sei libero dalla schiavitù del diavolo, e rendendoci immortali, rendici vivi, Cristo nostro Dio, con la tua Resurrezione, tu che hai amore per gli uomini[30]. Sollevato sulla Croce, Cristo nostro Dio, hai salvato il genere umano[31]. Il Cristo con la Croce salva il mondo in quanto Dio[32]. Il Cielo chiuso per il peccato dell’uomo si aprì davanti al Signore Gesù crocifisso e risorto. Perciò noi con fede e speranza preghiamo. Con la tua Croce, Salvatore, s’è aperto il Cielo e l’uomo, che era stato condannato, vi entra celebrando la tua bontà[33]. Con la tua Croce gli angeli e gli uomini hanno costituito un solo gregge ed una Chiesa; il cielo e la terra si rallegrano; Signore, gloria a te[34].

         È una verità ed una realtà divino-umana: con la Croce è stata consumata la morte. La Croce è la scala per mezzo della quale saliamo in cielo. Essa è la completa liberazione di Adamo caduto. In mezzo alla terra il Signore ha costituito la salvezza: la Croce e la Resurrezione. La Croce è l’armatura della pietà religiosa. Essa è la difesa dei giusti e la salvezza dei generabili. Cristo, in quanto Dio, con la Croce salva il genere umano. In essa è posta per sempre la resurrezione del mondo. La Croce del Signore è la resurrezione di tutti. La Croce ci eleva ed i demoni si disperdono; il buon ladrone apre le porte dell’Eden; la morte svanisce ed ora è vuota. Ed allora si leva questa invocazione: Mortificando le passioni del corpo e dello spirito, cerchiamo di elevarci con la Croce dalla terra al Cielo, crocifiggendoci insieme a Cristo.

         Non c’è dubbio, la Croce e la Resurrezione costituiscono una sola realtà dal duplice aspetto, una sola Verità dalla duplice fisionomia, una sola potenza dal duplice volto dell’economia della salvezza. E perciò nella liturgia professiamo e ringraziamo: “Vedendo la Resurrezione di Cristo, ci chiniamo di fronte al Santo Signore Gesù, l’unico senza colpa. Ci chiniamo davanti alla tua Croce, o Cristo, e cantiamo e celebriamo la tua resurrezione, poiché tu sei Dio nostro ed oltre te non conosciamo un altro e pronunciamo il tuo nome. Venite tutti, fedeli, chiniamoci davanti alla santa Resurrezione di Cristo. Poiché, ecco, attraverso la Croce è venuta la gioia a tutto il mondo. Benedicendo sempre il Signore, cantiamo la sua Resurrezione, poiché per noi, sopportando la morte, ha distrutto la morte con la morte!”. Ed ancora: “Di fronte alla tua Croce ci chiniamo, Signore, e glorifichiamo la tua Resurrezione”.

 

 

da: Dogmatica Pravoslavne Crkve, Beograd 1978, 698-703; trad. A. S.


 

[1] Tolkovan.na proroga Isaju, gl. 28, st. 16; Tvoren. Sv.I. Zlatousta, t. IV. Kn. I st. 169 S. Peterburg, 1900.

[2] De Fide Orthodoxa IV, 11; P. G. t. 94, col. 1128.

[3] Comment. in Isaiam, cap. II, v. 12; P. G. t. 30, col. 557B.

[4] Hom. XI, P. G. t. 151, col. 144B.

[5] S. Efrem Siro, Pjesnopjenije na Rozdestvo Hristovo 3, p. 327; Tvorenja Sv. Iefrema Sinina, cast. III, Moskva 1899.

[6] De Fide Orthodoxa IV, 11; P. G. t. 94, col. 1129A.

[7] Giovanni Crisostomo, Hom. 4, 3; P. G. t. 61, col. 35.

[8] Id., Hom. 54, 5; P. G. 59, col. 538.

[9] Cfr. Matteo 24, 30; Apocalisse 2, 7.

[10] Domenica IV dopo Pasqua al Mattutino, Cathisma; cfr. san Giovanni Damasceno, Homilia in S. Sabbatum 1; P. G. t. 96, col. 601BCD.

[11] Ufficio del sabato, al “Kyrie ekekraxa”, stichirà tono 5 dell’Octoicos.

[12] Ibidem, Stich. anastasimo.

[13] Ibidem, al mattutino, stich.

[14] Ibidem, Domenica alle Lodi, stich. tono 5 Octoicos.

[15] Ibidem Martedì all’Apodipnon, Canone della Vergine ode 6, tono 5 Octoicos.

[16] Mercoledì, cathisma al Mattutino, tono 5 Octoicos.

[17] Ibidem.

[18] Ibidem.

[19] Ibidem, Canone alla Madre di Dio, Ode I.

[20] Ibidem, gli Aposticha del tono 5 Octoicos.

[21] Ibidem, Canone della Croce, Ode I, tono 5,Octoicos.

[22] Ibidem, Ode III.

[23] Domenica al Mattutino, stich. Alle Lodi, tono 6 Octoicos.

[24] Martedì, Vespro, Aposticha, tono 6 Octoicos.

[25] Mercoledì, Mattutino, Aposticha Stavrosima, tono 6 Octoicos.

[26] Tropario anastasimo tono 7 Octoicos.

[27] Domenica al mattutino, Canone stavro anastasimo, Ode III, tono 6 Octoicos.

[28] Ibidem, Stichirà alle Lodi, tono 8 Octoicos.

[29] Ibidem.

[30] Ibidem.

[31] Mercoledì, Vespro, Aposticha stavrosimo, tono 8 Octoicos.

[32] Mercoledì, Mattutino, Cathisma stavrosimo, tono 8 Octoicos.

[33] Venerdì, Mattutino, Canone stavrosimo, Ode IV, tono 8 Octoicos.

[34] Venerdì della II Settimana dopo Pasqua. Al Mattutino, Stichirà alle lodi.

 

 

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