Krsna Slava: la celebrazione del Santo Patrono

 

 

La celebrazione del giorno del Santo Patrono di una famiglia (Slava, o Krsna Slava) è un costume tipicamente serbo. Tutti i membri della stessa famiglia o comunità osservano assieme un giorno prescelto per onorare il loro santo o protettore. Il santo rimane immutato da padre a figlio come tradizione di eredità.

 

Questa celebrazione ha avuto origine nei tempi pre-cristiani, quando ogni famiglia aveva la propria divinità tutelare. In seguito, quando i Serbi divennero cristiani, trasferirono questa osservanza ai Santi cristiani, scegliendo qualche santo dal significato speciale per la famiglia, o il santo la cui festa era più vicina al giorno in cui la famiglia aveva accettato il cristianesimo. Dopo l’arrivo nella penisola balcanica, la vita del popolo serbo cambiò. Da nomade, divenne un popolo di agricoltori, legati a un luogo e alla propria terra. La vita di famiglia divenne molto importante, e divenendo un popolo stabile, i Serbi accettarono le idee religiose più elevate e civilizzate che si erano sviluppate nel cristianesimo greco. Le famiglie serbe adottarono i sacrifici incruenti della chiesa.

 

San Sava, nel suo lavoro di riforma, abolì definitivamente ogni sacrificio cruento, e stabilì i simboli cristiani della Krsna Slava, che sono la candela (voshtànitsa), il frumento (kolìvo) e il pane (kolàch). Poiché ogni parte del rituale della Krsna Slava descrive la vita, passione e resurrezione di Gesù Cristo, pane e frumento furono naturalmente i primi elementi dei sacrifici incruenti. Il grano (panaghìa) fu scelto come il più santo e simbolico segreto della vita e della natività. Tutto nasce da un seme. Così, nella natività, si compie il mistico comandamento di Dio. Il chicco di grano ottenne il proprio nome, panaghìa, dalla Tutta Santa Genitrice di Dio. Il frumento era anche la principale fonte di sostentamento.

 

Anche oggi, il servizio della Krsna Slava comprende ancora una serie di bei simboli nella benedizione del frumento e nella frazione del pane. In Europa e in America, ci sono molti modi di celebrare la Krsna Slava, a seconda della regione particolare, ma l’idea di base è la stessa ovunque: la venerazione del Santo patrono con un sacrificio incruento. Il modo più comune di celebrarla è questo: il padrone di casa va in chiesa a partecipare alla Santa Liturgia. Porta in chiesa un pane o torta del Santo patrono (Slàvski Kolàch), un recipiente di grano bollito addolcito con miele o zucchero (kolìvo) e il “Libro dei Memoriali” (citèlja) da cui il prete, durante la Santa Liturgia, legge i nomi dei parenti defunti.

 

Il prete taglia e benedice il pane del Santo Patrono, secondo un rito prescritto. Il frumento viene preparato solo in memoria dei santi che sono passati attraverso la morte; perciò, non si prepara il koljivo per i santi Angeli e per il Profeta Elia. Intanto, a casa, si prepara la tavola per la celebrazione; tornato dalla chiesa, il padrone di casa mette sul tavolo il pane e il frumento, e accende una candela che brucerà per tutto il giorno. In seguito, parenti e amici si raccolgono in casa per partecipare alla festività, e condividono la cena della celebrazione. Il padrone di casa (sempre l’uomo che fa da capofamiglia) prega Dio e il Santo Patrono e serve i suoi ospiti (il padrone di casa non si siede mai durante la cena). Ogni ospite riceve una piccola parte del pane e del frumento. In molte regioni, è d’uso invitare il prete a compiere il taglio del pane del Santo Patrono.

 

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