Giovanni Romanidis 

COME SONO AFFRONTATE LE TEMATICHE TEOLOGICHE IN ALCUNE RIUNIONI ECUMENICHE

 

Questo intervento[1] non avrebbe bisogno d’alcun commento perché è abbastanza chiaro. Da esso l’Autore fa emergere come il fine dell’ecumenismo odierno consista nel trovare una formulazione che possa soddisfare tutti, evitando, al contempo, ogni questione che richiede un lavoro impegnativo e serio. Ognuno deve rimanere con le sue convinzioni e tutti devono essere soddisfatti. Può mai essere realistico tutto ciò? È necessario che questo tipo di ecumenismo, nel quale domina il compromesso politico-ecclesiastico, ceda il passo ad un ecumenismo di marca scientifica e di tenore ben più elevato nel quale prevalga la ricerca della verità, pena la credibilità dell’ecumenismo stesso.

 

Il WCC[2] ha sponsorizzato lo studio sul Filioque intitolandolo Spirito di Dio, Spirito di Cristo e pubblicandolo nel 1981. La conferenza che ho tenuto in quell’occasione si trova al terzo capitolo del mio libro Franchi, romani, feudalesimo e dottrina ed è stata pubblicata lo stesso anno. Essa è stata il documento della posizione ortodossa per il dialogo ortodosso-anglicano sul Filioque alla riunione della sottocommissione a St. Albans in Inghilterra nel 1975 e per la riunione della commissione plenaria a Mosca nel 1976. Comunque, questo stesso studio è stato pubblicato nel settimo volume di Kleronomia a Salonicco nel 1975, alle pagine 285-312 e ristampato ad Atene con più larga diffusione nel 1978. Il materiale storico e patristico sul Filioque delle tradizioni romane di lingua greca e latina, era stato stampato già nel 1973 a cura della mia Università [di Salonicco] in un volume intitolato La teologia dogmatica e la simbolica della Chiesa ortodossa cattolica […]. Alla riunione sopra menzionata del WCC, il materiale patristico occidentale sul Filioque romano-ortodosso è stato chiaramente estromesso.

Credo che i due teologi greci Nickos Nissiotis (che ha organizzato le riunioni del WCC su richiesta del vescovo Robert Runcie) e Markos Orphanos, abbiano entrambi studiato tale materiale disponibile nella lingua greca a partire dal 1973. Coloro che sono dei teologi specializzati dovrebbero sapere che esiste un Filioque ortodosso tradizionale nella lingua latina dell’Occidente romano il quale è stato aggiunto al Credo del 381 dai franchi per un errore dovuto alla loro ignoranza. In questo Credo la parola processione significa individualità ipostatica e non comunione di essenza come per il Filioque romano occidentale. Ho spiegato e scritto chiaramente tutto ciò agli anglicani ed essi lo hanno intenzionalmente ignorato.

Inoltre Donald Allchin, membro anglicano di questo progetto del WCC sul Filioque, è stato membro del dialogo ortodosso-anglicano sin dai suoi inizi. Evidentemente, nelle riunioni del WCC, egli ha sottaciuto il Filioque romano ortodosso per aiutare la commissione teologica a produrre una diversa formulazione che rispondesse al bisogno della parte anglicana.

Nell’agosto del 1984 ero in Inghilterra per recarmi alla riunione ortodosso-anglicana a Dublino. All’ultimo minuto ho deciso di non andarvi per non lasciare il mio nome. Alcuni materiali patristici sul Filioque romano ortodosso occidentale che avevo trattato nel dialogo al WCC sono stati utilizzati in quest’ultima sede ma in forma imprecisa semplicemente perché gli anglicani non vogliono affermare l’esistenza d’un Filioque ortodosso occidentale. Che a loro piaccia o no esso esiste. Neppure i loro slogans sull’Ortodossia possono fare qualcosa contro di esso.

Questo Filioque romano ortodosso occidentale non è un teologumeno ma un dogma. In tale Filioque il termine processione significa semplicemente che lo Spirito Santo ha o riceve la sua essenza dal Padre il quale è la “propria sorgente” di vita. La medesima sorgente è condivisa con il Figlio [Filioque] il quale trae dal Padre la sua esistenza per generazione. Tuttavia tale parola non può essere aggiunta al Credo del secondo concilio ecumenico del 381 perché, in questo contesto, il termine processione significa solo la maniera d’esistenza dello Spirito Santo dal Padre. Qui tale formula è stata composta solamente per essere parallela a quella sulla generazione del Figlio dal Padre[3].

Perché gli anglicani agiscono in questo modo non accademico? Com’è stato sostenuto da alcuni ortodossi, sono giunto alla conclusione che gli anglicani abbiano avuto il bisogno di affermare un teologumeno sul Filioque. Infatti, una tale posizione aiuterebbe gli anglicani a trasferire il Filioque dalla sfera dogmatica a quella dei teologumeni. Così i loro antenati franco-latini potrebbero essere accettati dall’Ortodossia come ortodossi. Su questo argomento sono disposto ad ascoltare una migliore spiegazione, se può mai esistere.

Nel mio studio sul Filioque menziono come san Basilio metta in ridicolo l’inutile verbosità di Eunomio quando afferma la palese verità che Dio non è causa di se stesso. Tuttavia, la pubblicazione del WCC Spirito di Dio, Spirito di Cristo, nella prima parte del Memorandum a pagina 12, è in aperto contrasto sia con Basilio che con Eunomio: “Per la sua ipostatica proprietà il Padre deduce il proprio essere da se stesso”. L’eretico Eunomio avrebbe sicuramente condannato questa posizione in pieno accordo con l’ortodosso Basilio. Pure Agostino afferma che “[Nella Trinità] non esiste alcuno che genera la propria esistenza”[4].

Tutti i membri della consulta sul Filioque del WCC erano “specialisti” trinitari. Come hanno potuto unanimemente concordare su questa affermazione?

Pubblicato originariamente in: http://digilander.libero.it/ortodossia/Appunto.htm

 

[1] [Questo intervento è tratto da J. S. Romanidis, Orthodox-heterodox dialogues and the World Council of Churches, The theologian in the service of the Church in ecumenical dialogue. Lecture at St. Vladimir’s Seminary 23 May 1980 in honor of Father Georges Florovsky. N.d.c.]

[2] [World Council of Churches (Consiglio Mondiale delle Chiese). N.d.c.]

[3] [Così il parallelo fa immediatamente emergere quale sia la differenza tra il Figlio e lo Spirito: il Figlio è tale perché esiste dal Padre per generazione, lo Spirito è tale perché esiste dal Padre per processione. N.d.c.]

[4] Augustinus Hipponensis, De Trinitate, I, 1.

 

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